La rabbia è un’emozione primordiale che è legata all’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova. Essa si attiva in risposta agli stimoli interni ed esterni che l’individuo percepisce e alla visione che si costruisce della situazione che vive.
È un processo che si svolge in alcune fasi (inizio, durata, attenuazione) cui si accompagnano una serie di modificazioni fisiologiche e comportamentali. Le modificazioni fisiologiche comprendono l’aumento del battito cardiaco e della tensione muscolare soprattutto nella parte superiore del corpo, la tensione nervosa fino al tremore, l’impulso a protendere il corpo in avanti, la contrazione dello stomaco, la respirazione più veloce, l’alterazione del tono della voce che può raggiungere toni alti e la sensazione soggettiva di calore e irrequietezza. Il comportamento della persona cambia per predisporla all’azione: la gestualità diventa esasperata, i movimenti repentini, il tono della voce si fa alto, si cammina avanti e indietro, si avanza con il corpo verso l’altro in un atteggiamento di sfida fino ad arrivare a muovere le mani nervosamente o dare pugni su oggetti.
Quando proviamo rabbia, abbiamo quindi sensazioni fisiche interne ma anche risposte comportamentali esterne che noi stessi possiamo notare negli altri: come sempre l’intensità del comportamento correlato alla rabbia è associato all’intensità dell’emozione, cioè alla rabbia.
Ma quali sono le situazioni che generano più spesso la rabbia?
Quelle situazioni in cui sentiamo di:
- Essere trattati male o essere costretti a fare qualcosa contro la propria volontà
- Essere abbandonati
- Venire delusi
- Essere traditi
- Venire usati senza saperlo
- Sapere di essere odiati
- Essere oggetto di attacchi fisici o verbali
- Essere criticati
- Sentire di avere fallito
- Pensare all’ingiustizia nel mondo
- Vedere andare a male i propri progetti
- Assistere ad azioni stupide o violente
- Fare qualcosa che non viene apprezzato dagli altri
La rabbia, inoltre, risulta essere più intensa quando a scatenarla sono persone a cui vogliamo bene (famigliari, amici e partner) e questo avviene per tre diversi motivi:
- Temiamo maggiormente che ci abbandonino
- Vi è maggiore confidenza e quindi minor controllo dell’aggressività
- Ci interessa di più ottenere una modifica del loro comportamento e delle loro azioni
Quando si vivono queste situazioni insorgono pensieri o immagini ad esse associati come ad esempio: “non è giusto quello che mi dici”, “questo non è il modo di trattare una persona”, “ti stai approfittando di me o di questa situazione”, “sei ingiusto”, “sei malvagio nei miei confronti”, “mi stai negando un diritto”, “mi tratti male”, “mi sento preso in giro”, “lo fai apposta a farmi arrabbiare”, “questa è un’ingiustizia!”.
La rabbia è dunque un’emozione che proviamo nelle situazioni in cui ci sentiamo umiliati e maltrattati e si caratterizza per pensieri e immagini che sollevano una risposta verbale e fisica.
E quindi a cosa serve la rabbia?
Il nostro corpo ha bisogno di mandare segnali precisi di quel che proviamo dentro di noi per comunicare a noi stessi, prima ancora che agli altri, che la rabbia è in rapporto alla percezione di una situazione nella quale ci sentiamo sminuiti e maltrattati. La rabbia ci segnala che viviamo una situazione di disagio a causa di un comportamento che sentiamo come umiliante o di sopraffazione nei nostri riguardi.
Quando può diventare un problema?
Quando mettiamo in atto dei comportamenti inutili e dannosi come essere verbalmente aggressivi verso l’altro, con offese o minacce, oppure avere un impulso aggressivo, compiere un gesto o un’azione aggressiva verso oggetti o persone. La rabbia intensa e frequente può farci perdere il lavoro e allontanare le persone a cui teniamo portandoci spesso a colpevolizzarci e cadere in depressione. La rabbia può anche farci diventare insicuri nei rapporti con gli altri e indurci a smettere di dire ciò che pensiamo per paura di arrabbiarci o esagerare. Possiamo arrivare a mettere in dubbio le nostre capacità di giudizio e a sentirci confusi su come reagire alle avversità quotidiane. Quando la rabbia diventa un problema è utile richiedere aiuto a un terapeuta per imparare a gestirla in maniera efficace e duratura nel tempo.
BIBLIOGRAFIA
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Veltro F., Vendittelli N., Pontarelli I., Pica A., Nicchiniello I. Manuale per l’intervento psicoeducativo di gruppo per il raggiungimento di obiettivi. (INTE.G.R.O.)
Borgato M. Tecniche di gestione della rabbia, N. 3, 2009, pp. 22-39. Rivista Psicoterapeuti in- formazione.