Che cos’è il sigillo della raggiunta libertà? Non provare più vergogna davanti a sé stessi. -Friedrich Nietzsche-
La vergogna è un’emozione sociale a cui si attribuisce un significato negativo che ha a che fare con il timore di evocare o suscitare il giudizio negativo degli altri solitamente ritenuti superiori. La persona che sperimenta vergogna può percepirsi appartenente a un basso rango sociale e giudicarsi brutta, inferiore o inadeguata. Ciò ha un’influenza negativa sull’autostima e alimenta un senso di inferiorità e impotenza.
Quando ci vergogniamo?
Proviamo più spesso vergogna ad esempio in situazioni in cui:
- Non sappiamo rispondere a una domanda;
- Siamo scoperti mentre facciamo qualcosa ritenuto inappropriato, illecito o immorale;
- Non superiamo una prova facile o non raggiungiamo determinati standard di prestazione attesi;
- Entriamo in un luogo affollato;
- Dobbiamo parlare di fronte a molte persone;
- Desideriamo fare una domanda che riteniamo sia sciocca;
- Dobbiamo rivolgerci a una persona per noi troppo importante e di cui temiamo il giudizio.
Cosa pensiamo di noi stessi quando ci vergogniamo?
La vergogna ci porta ad avere la sensazione di aver fatto qualcosa di sbagliato ed è in genere legata a una visione di noi stessi altamente negativa. Pensieri associati alla vergogna includono valutazioni come “Sono imperfetto, sbagliato, brutto, rifiutato, debole, incompetente, ignobile, inadeguato o buono a nulla”. La vergogna, inoltre è spesso associata alla paura della reazione e del giudizio degli altri e potrebbe portarci a pensare “Se gli altri venissero a conoscenza di questo mio aspetto mi detesterebbero o si farebbe un’opinione peggiore di me”.
Quali sono le sensazioni fisiche associate alla vergogna?
Le sensazioni fisiche che si possono provare con la vergogna sono:
- rossore;
- tachicardia;
- respiro irregolare;
- aumento della sudorazione;
- sensazione di caldo/freddo intensi;
- percezione di rimpicciolire e diventare trasparenti.
Quali atteggiamenti e comportamenti abbiamo quando ci vergogniamo?
Le reazioni comportamentali possono includere:
- evitare di incrociare lo sguardo altrui;
- abbassare il volto al fine di evitare di guardare l’altro;
- ripiegamento su se stessi;
- atteggiamento compiacente allo scopo di nascondere il vero “io”;
- ritiro sociale.
Ma perché proviamo vergogna?
Lo scopo della vergogna è di comunicarci che viviamo una situazione di disagio in quanto percepiamo che la nostra immagine è stata compromessa. La vergogna ha dunque la funzione di proteggere l’immagine del sé che si vorrebbe mostrare agli altri e di conseguenza la si può provare quando il nostro sé reale (come ci percepiamo) è in conflitto con il nostro sé ideale (come vorremmo essere).
Quando la vergogna diventa un problema?
La vergogna può diventare un problema quando si assume uno stile di vita distaccato caratterizzato dall’evitamento di persone, situazioni o luoghi, oppure si mette in atto un atteggiamento aggressivo verso gli altri per scaricare il senso di frustrazione e il disagio provato. Le persone che credono di avere qualcosa che non va, di essere inadeguate e indegne di essere amate vivono spesso con dolore il rapporto con gli altri manifestando un atteggiamento di insicurezza o al contrario di falsa sicurezza, adottando comportamenti perfezionistici. Inoltre esperienze infantili negative, quali abusi sessuali, maltrattamenti ed episodi di bullismo memorizzate come esperienze traumatiche di contenuto vergognoso possano predisporre a diverse patologie: Disturbi del Comportamento Alimentare, Disturbo Post Traumatico da Stress, Disturbo Borderline di personalità e Depressione. Quando la vergogna diventa un problema è utile richiedere aiuto a un terapeuta per imparare a gestirla in maniera efficace e migliorare la propria autostima.
Per approfondimenti
Veltro F., Vendittelli N., Pontarelli I., Pica A., Nicchiniello I. Manuale per l’intervento psicoeducativo di gruppo per il raggiungimento di obiettivi. (INTE.G.R.O.)
Del Rosso et al., (2014). La vergogna in psicopatologia, N. 11, pp. 27-61. Cognitivismo Clinico.
Rossi et al., (2011). Costituenti cognitive di invidia, vergogna e senso di colpa associate alla gravità della psicopatologia, N. 8, pp. 95-115. Cognitivismo Clinico.