L’approccio cognitivo-comportamentale sostiene che i disturbi psicologici sono causati da flussi di pensieri automatici che hanno la caratteristica di essere telegrafici e di emergere in modo rapido e inconsapevole. Tali pensieri vengono assunti, da chi li pensa, come plausibili e razionali. Di conseguenza non viene presa una distanza critica da essi e pertanto non vengono messi in discussione.
Il primo a parlare di pensieri automatici fu Aaron T. Beck che notò come i suoi pazienti comunicavano costantemente senza rendersene conto con se stessi durante le sedute, così come al di fuori della terapia. Allenò così i suoi pazienti a porre maggiore attenzione al flusso dei loro pensieri, evidenziandone il ruolo nell’organizzare l’esperienza e nel costruire modalità stabili di attribuzione di significato agli eventi. In base alle sue ricerche, le convinzioni negative su di sè, sul mondo e sul futuro dipendono da errori di ragionamento o virus mentali. Tali errori si formano fin dall’infanzia per l’apprendimento di modelli educativi e ambientali in cui si nasce e si cresce, che portano ogni persona a dare un proprio significato alle situazioni e alle esperienze che vive.
Tutti noi commettiamo errori di valutazione e di comprensione della realtà, la differenza tra chi sviluppa problemi di ansia e depressione e chi non ne rimane vittima, sta nella sistematicità e rigidità con la quale si applicano involontariamente questi errori.
Quali sono gli errori di ragionamento più comuni?
Beck individua una serie di errori cognitivi:-Saltare alle conclusioni: si arriva troppo in fretta a opinioni definitive senza essersi informati adeguatamente e senza dati obiettivi. Ad esempio potrei convincermi che una persona ce l’abbia con me perché mi ha soltanto salutata e, a differenza di altre volte, non si è intrattenuta a parlare con me. Se verificassi la mia idea, parlandone con lei, potrei scoprire che in realtà era solo di fretta a causa di un impegno lavorativo.
-Leggere la mente o “essere telepatici”: consiste nel dare per scontato cosa pensa l’altro senza chiederlo a lui o ad altri. La classica frase “tanto so cosa stai pensando”.
-Pensare in modo dicotomico, cioè “tutto o nulla”: applicando questo errore di ragionamento è facile ritenere che il mondo sia o completamente sicuro e accogliente o completamente pericoloso e ostile, che gli altri siano o totalmente benevoli o totalmente malvagi. “Se non prendo il massimo dei voti, lascio definitivamente gli studi”.
–Generalizzare: è vittima di questo errore di ragionamento chi pensa che nessuno abbia o abbia avuto problemi come i suoi o che la normalità stia stare sempre bene e non avere mai momenti di debolezza. Sta generalizzando anche chi pensa che poiché non è riuscito una volta in una cosa allora non ci riuscirà mai, o chi essendo stato rifiutato da qualcuno ritiene che non riuscirà a trovare mai più chi lo amerà, o ancora chi pensa che, poiché è riuscito a cavarsela una volta con astuzia o con inganno, ci riuscirà sempre, e chi crede che, dato che adesso riesce a scuola senza fatica, non dovrà mai impegnarsi più di tanto.
–Catastrofizzare: quando si esagera l’importanza di errori e insuccessi è normale poi credere che le conseguenze saranno terribili e insopportabili. La tendenza sarà quella di sopravvalutare la probabilità di un evento spiacevole. “Dato che non ho passato l’esame, non riuscirò mai a laurearmi”
-Fare l’oracolo: consiste nel credere di poter predire con assoluta certezza un futuro per definizione incerto o credere che un evento accaduto nel passato si ripeterà inevitabilmente nel futuro. “Farò la figura dello stupido e verrò deriso”, “Dato che hanno rifiutato già una volta la mia proposta, lo faranno di nuovo”.
-Filtrare la realtà e minimizzare: consiste nella tendenza ad osservare il mondo e a valutare ciò che ci circonda prestando attenzione soltanto agli elementi che confermano le nostre aspettative e la nostra visione della realtà, saltando frettolosamente a una conclusione. Ad esempio si filtra la realtà quando ci si concentra solo sui propri errori e insuccessi, ignorando i propri successi e i propri punti di forza. Si filtra la realtà anche quando penso che una persona non mi ha salutato perché ce l’ha con me o non gli sto simpatico, senza pensare a tutte le altre possibili spiegazioni e a tutte le volte che mi ha parlato e salutato.
Personalizzare: è la tendenza a attribuirsi una dose spropositata di responsabilità per eventi negativi accaduti non riuscendo a vedere che certi eventi sono causati anche da altri e che non siamo gli unici responsabili. “Se si sente così, è solo a causa mia”.
Giudicare in base alle proprie emozioni: consiste nell’interpretare la realtà in base alle emozioni che proviamo. ” Mi sento triste, quindi la mia relazione non funziona”, “Sono in ansia, quindi sicuramente non passerò l’esame”.
Come affrontare questi errori?
Attraverso la ristrutturazione cognitiva è possibile modificare il modo in cui si valutano e interpretano gli eventi della nostra vita, imparando a sostituire gli errori cognitivi con pensieri più realistici, flessibili ed equilibrati.
Bibliografia
Leveni D, Michielin P, Piacentini D. Superare la depressione. Un programma di terapia cognitivo-comportamentale.